10 Apr Valore probatorio di Whatsapp
Al giorno d’oggi tutti conoscono Whatsapp, l’applicazione di messaggistica gratuita più diffusa nel mondo che consente di inviare e ricevere messaggi – anche vocali – nonché video e foto in modo intuitivo ed immediato. Ma i messaggi spediti e ricevuti tramite Whatsapp hanno valore legale?
Secondo la giurisprudenza i contenuti inviati tramite Whatsapp, rappresentando la memorizzazione di fatti storici, sono considerabili alla stregua di una prova documentale come previsto dall’art. 234 del Codice di Procedura Penale secondo cui possono essere acquisiti in giudizio anche i documenti che rappresentano fatti e persone mediante fotografie, cinematografia e fonografia o qualsiasi altro mezzo idoneo.
In particolare, la Corte di Cassazione – che con la sentenza n. 49016/2017 ha statuito che le conversazioni tramite Whatsapp hanno valore di prova legale – ha chiarito che, per l’utilizzabilità delle chat in giudizio, è necessaria l’acquisizione delle stesse sul supporto telematico dove è avvenuta la comunicazione.
Come si può quindi “portare” il contenuto delle conversazioni Whatsapp in giudizio?
I modi individuati dalla giurisprudenza sono diversi.
1) La prima modalità è quella dell’acquisizione materiale dello smartphone su cui è avvenuta la conversazione. La rappresentazione fotografica o fonografica non ha infatti alcun valore se non viene presentato anche il supporto materiale. Solo con l’acquisizione materiale è possibile avere la certezza del contenuto e della genuinità del contenuto della conversazione.
2) Il contenuto della chat può essere acquisito in giudizio anche mediante lo screenshot del display del cellulare in questione; screenshot questo che deve essere stampato o allegato al fascicolo tramite chiavetta usb. In questo caso la controparte potrà, ma solo in presenza di fondati motivi (ad esempio quando manca una parte del testo della conversazione, l’indicazione del mittente oppure la data), contestare la validità della conversazione.
3) Un’altra modalità è quella di far leggere il contenuto dei messaggi ad un terzo che poi sia disposto a testimoniare in giudizio esponendo il contenuto della conversazione sotto giuramento, con le conseguenze penali che derivano in caso di falsa dichiarazione. Così facendo, il contenuto della chat Whatsapp entra nel processo al pari di qualsiasi altra prova testimoniale. Questa possibilità è però ammessa solo quando si tratta di un testimone oculare diretto dei messaggi o delle immagini.
4) l’ultima modalità per acquisire il contenuto di una chat di whatsapp consiste nel trascrivere le conversazioni contenute nella chat stessa. La controparte in tal caso potrà richiedere la perizia di un tecnico che attesti la veridicità della trascrizione. Il giudice di merito dovrà provvedere alla nomina di un tecnico al quale verrà consegnato lo smartphone per procedere alla verifica. Il citato tecnico, dopo un esame accurato del supporto materiale e delle chat, riporterà il testo su di un documento ufficiale cartaceo che diventerà piena prova in giudizio.
Ciascuno di noi – prima di inviare messaggi, foto o video tramite Whatsapp – dovrebbe quindi riflettere sulle possibili e potenti conseguenze di tale mezzo.
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